40 anni di "500"

Dalla "Topolino" alla "500", trentanove anni di storia

9 Settembre 1975
Illustratofiat anno XXIII

Nel frontespizio della rivista Fiat dell'epoca troviamo un riassunto grafico della storia della "500" dal '36 al '75.


Rinfreschiamoci la memoria...

La prima 500, datata 1936, venne "ordinata" da Benito Mussolini. O meglio, il Duce invitò caldamente  per usare un eufemismo  il senatore del Regno d'Italia Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat (Fabbrica Italiana Automobili Torino), a mettere in produzione una vettura che motorizzasse la Nazione: indistruttibile meccanicamente e, soprattutto, con un prezzo popolare. Un'idea tanto lungimirante da essere copiata in Germania da Adolf Hitler, con la conseguente nascita del Maggiolino. Dopo alterne vicende, il progetto venne affidato a Dante Giacosa che realizzò la 500 A, ribattezzata "Topolino" per le linee del frontale simili al musetto del roditore. Fu un successo nonostante il prezzo tutt'altro che popolare e la semplicità meccanica dell'auto, caratterizzata dalla trazione posteriore e mossa da un 4 cilindri in linea di 569 cc collocato anteriormente, in grado di erogare 13 cv e 32,4 Nm di coppia. Grazie al peso contenuto in 535 kg  una piuma!  e al cambio manuale a 4 rapporti, raggiungeva gli 85 km/h.
Il telaio della 500 A "Topolino" era del tipo a traverse e longheroni con sospensioni anteriori indipendenti e posteriori ad assale rigido corredate di ammortizzatori idraulici e molle a balestra. Venne proposta in tre versioni: berlina due porte, berlina due porte trasformabile  cioè dotata di tetto apribile  e furgone, quest'ultima destinata al Regio Esercito. La successiva 500 B portò in dote, nel 1948, prestazioni superiori e il riscaldamento in abitacolo, rendendo così inutile viaggiare con una dotazione di coperte invernali. La versione più amata della 500 B fu la Giardiniera Belvedere, prima wagon al mondo (costruita in grande serie) a quattro posti dotata di portellone e fiancate rivestite in listelli di legno. Un capolavoro. Seguito nel 1949 dalla 500 C che introdusse elementi stilistici "moderni" quali i fari incassati nella carrozzeria e la ruota di scorta a scomparsa anzichè a sbalzo.

Il "Cinquino" più famoso, vale a dire la Fiat Nuova 500, nacque nel 1957 ed era destinato alle famiglie operaie. Era l'auto del popolo. Venne progettata dallo stesso Dante Giacosa padre della "Topolino" e dotata di un bicilindrico posteriore con distribuzione ad aste e bilancieri e 2 valvole per cilindro. Alla cubatura di 479 cc e al raffreddamento ad aria si accompagnavano la trazione posteriore, il cambio manuale a 4 marce, una potenza di 13 cv, una coppia di 27 Nm e vibrazioni stile macinino da caffè ma per nulla fatidiose. Dotazioni ridotte al minimo: I finestrini erano fissi, eccezion fatta per i deflettori laterali apribili a compasso, strumentazione essenziale - la plancia comprendeva il cruscotto a palpebra, chiave di accensione e comando luci a sei posizioni, interruttore per la luce del quadro, interruttore dei tergicristalli ed il deviatore a levetta trasparente per le frecce.
Parlando sempre del cruscotto si trovavano poi il tachimetro, contachilometri, spia verde delle luci, per la dinamo o generatore, mentre era rossa per il carburante rimasto e per l'olio. Solamente tre gli optional disponibili: si tratta dello sbrinatore del parabrezza, pneumatici con il fianco bianco e colore Bleu Scuro 456. Assenza del divanetto posteriore al cui posto era prevista una panchetta non imbottita, ragione per la quale l'auto veniva omologata per due sole persone. Le portiere erano incernierate posteriormente e il tetto in lamiera sostituito da una capote in tela estesa sino al limite del cofano motore; questa ultima, una soluzione geniale ripresa al giorno d'oggi.

Dimensioni ridotte - la lunghezza complessiva non arrivava ai tre metri - rispettava uno schematismo delle sospensioni a ruote indipendenti, derivato dalla 600, con balestre e ammortizzatori all'avantreno, molle elicoidali coassiali agli ammortizzatori al retrotreno. L'impianto frenante si avvaleva di quattro tamburi idraulici. Per le partenze a freddo era prevista "l'aria"; vale a dire un apposito comando per arricchire la miscela aria/benzina. Piacque subito? Per nulla. Troppo povera, priva di cromature  molto amate all'epoca  e costosa. A soli tre mesi dal lancio, alla Nuova 500 "Economica" venne così affiancata la versione "Normale", forte di 15 cv, di una velocità massima di 90 km/h e di una dotazione più ricca; inclusi i finestrini anteriori discendenti e la panchetta imbottita. Fu l'inizio di un grande successo!

Siamo al Settembre dello stesso anno quando è pronta al debutto una versione innovativa in alcuni particolari, come ad esempio l'arricchimento del listino optional che ora prevede anche le coppe ruota cromate. Il motore viene rivisto nel carburatore, nella fasatura e nell'alzata delle valvole migliorandone l'erogazione ed elevandone la potenza alla soglia dei 15 cavalli a 4000 giri al minuto, mentre l'equipaggiamento di serie viene ora arricchito dalle modanature cromate sulle fiancate e i finestrini che possono scorrere verso il basso: questa fu la Nuova 500 N Economica.
Debutta subito dopo la "500 N Normale" con un piccolo motore da appena 479 centimetri cubi da 15 cavalli di potenza in grado di arrivare ai 90 chilometri orari. L'equipaggiamento è sicuramente più ricco rispetto alla versione precedentemente descritta, si arricchisce dei fari anteriori con cornici in alluminio, sporgenti, alette parasole, profili in alluminio sul cofano anteriore e modanature sulle fiancate, coppe in alluminio lucidato, finestrini anteriori discendenti, deflettori con il fermo d'apertura, sedile posteriore imbottito, comandi delle frecce e delle luci a levetta sul piantone dello sterzo con al centro plancia la relativa spia.
Nel 1958 arriva la 500 Sport nelle varianti "Berlina" e "Berlina Tetto Apribile". La si distingue per la livrea bicolore bianca con la fascia rossa e cerchi rossi. Il motore arriva ad una cilindrata di 499,5 cmc da 21.5 cavalli di potenza e tocca i 105 km/h, era una due posti secchi. Si poteva avere con tetto rigido in metallo o con tettuccio apribile (metà anteriore della capote apribile e parte posteriore in metallo). Una configurazione giunta fino all'età moderna.

Nel maggio del 1960 arriva la versione station wagon: la Giardiniera (500 C). I tecnici di Mirafiori aumentano il passo di 10 centimetri per accrescerne la capacità di trasporto. La portata della Giardiniera è di 4 persone, più 40 chilogrammi di bagaglio. Ne saranno prodotte 327.000.
Sempre nel 1960 arriva la Fiat 500D, con piccole modifiche alla fanaleria, dato che nel frattempo era cambiato il Codice della Strada. Il motore era quello della Sport depotenziato a 17,5 CV, la velocità massima 95 km/h ed il peso si fermava a 500 kg, mentre i consumi aumentavano, seppur di poco (4,8 litri / 100 km). Cinque anni più tardi, nel 1965, esce la Fiat 500F, pesante 520 kg ma dai consumi decisamente superiori (5,5 litri ogni 100 km). Le portiere non erano più controvento ed anche il parabrezza era leggermente più grande, accorgimenti che diedero enorme successo alla 500F. Così Fiat fece uscire la 500L, intesa come Lusso, la cui meccanica era identica a quella della 500F ma dotata di nuovi profili cromati e di stupendi rostri tubolari ai paraurti. anche il logo Fiat 500L era nuovo, ma le novità più succose erano all'interno della vettura. La plancia era rivestita in materiale sintetico e la strumentazione passò da circolare a rettangolare.

Infine nel 1972 arrivò l'ultima incarnazione della 500, la Fiat 500 R, Rinnovata. Dotata di un motore da 594 cc e 18 CV (quello depotenziato della 126), la 500 R era l'estremo tentativo di tenere in vita un modello storico, ma avviato al declino. La pensione arrivò nel 1975 dopo ben 2.677.313 unità vendute. Dallo stabilimento di Termini Imerese (PA) uscì l'Ultima 500 il 31 Luglio 1975, numero di telaio 5231518, colore Turchese (codice 0463 F).